E’ stata una vera e propria maratona d’architettura, una staffetta di visioni e suggestioni per confrontarsi e progettare insieme le città possibili dopo l’emergenza sanitaria ed economica. Venerdì scorso, dalle 9.00 alle 23.45, si sono alternati in 12 ore nette di diretta, architetti e istituzioni, non solo per un momento di formazione, ma per rilanciare i nostri territori creando una nuova economia e riportando qualità e bellezza, per iniziare a immaginare il futuro dell’abitare, degli spazi pubblici e delle infrastrutture.
Quattro sessioni di argomenti che si sono concentrate su infrastrutture per il paese, architettura, beni comuni e qualità dello spazio pubblico. Una giornata di confronto, promossa dall’Ordine degli Architetti di Messina e dalla Fondazione Architetti nel Mediterraneo, che ha visto quasi 200 architetti incollati alla sedia fino a tarda notte e oltre 5000 visualizzazioni su facebook.
Dopo l’introduzione dei lavori del Presidente Pino Falzea, sono intervenuti in mattinata per parlare di Infrastrutture, l’on Matilde Siracusano, l’ass. comunale Salvatore Mondello, l’ing. Enzo Siviero e la prof.ssa Francesca Moraci. A seguire, per la sessione Architettura e/è bene comune, l’intervento del Soprintendente Mirella Vinci e le relazioni di Roberto Tognetti, Lillo Giglia e Michele Palamara, Vice Presidente e coordinatore del Dipartimento BB.CC.AA. dell’Ordine. Nel primo pomeriggio, moderati da Nicola Di Battista, direttore della rivista “L’Architetto”, hanno raccontato l’architettura, Stefano Cordeschi, Renato Rizzi e Vincenzo Melluso. A conclusione anche il gradito intervento del Presidente del CNAPPC, Pino Cappochin.
Dalle 17,30 fino a tarda notte, introdotti dal Presidente Falzea e dal Presidente dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura Anna Carulli e moderati dal Vice Presidente Vicario Saro Sardo, si sono avvicendati, raccontando il loro modo di affrontare il progetto: Renato Arrigo, Dario La Fauci, Marco Caserio, Massimiliano Pardi, Lillo Giglia, Giovanni Fiamingo, Luigi Billè, Roberta Andaloro, Francesco Cancellieri, Martina Polimeni, Francesco Messina, Enrico Costa, Toni Raimondo, Luigi Marco Sturniolo, Giuseppe Scannella, Santo Marra, Sergio La Spina, Fanrizio Ciappina, Alesandro Tinaglia, Claudio e Massimo De Francesco, Luigi Centola, Renzo Lecardane e Bartolo Doria.
“Nuovi modi di vivere gli spazi, nuove esigenze, una crisi economica determinata dalla pandemia. Tutti questi elementi – ha spiegato il presidente degli architetti messinesi Pino Falzea – ci impongono, oggi ancor più di ieri, una seria riflessione su come rilanciare i nostri territori, adeguarli riportando in essi qualità e bellezza. Per questo abbiamo deciso di farci promotori di un dialogo per raccogliere spunti e riflessioni ed elaborare strategie da sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica”.
Tra gli ospiti anche esperti dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura e della Fondazione Riusiamo l’Italia. “Serve stabilizzazione – ha detto il Presidente Nazionale Inbar Anna Carulli -, senso del futuro, capacità di visione nell’intervenire sui tanti indicatori di criticità, per avviare una sintesi progettuale per una qualità che sia artefice soprattutto dello sviluppo sostenibile e non solo forma estetica”.
Entusiasta dell’invito, infine, il Presidente Nazionale Cappochin. “Quello di oggi – ha detto – è un tema a noi particolarmente caro; parlare delle città possibile è un tema centrale della politica del CNAPPC. La sostenibilità deve essere accompagnata dalla qualità della vita e dalla qualità dell’architettura!”
arch. Michele Palamara (ufficio stampa e comunicazione)
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